“Quest’anno il Natale siamo dai miei!”
“No, ti stai sbagliando. Siamo dai miei!”.
“Ma siamo stati l’anno scorso a casa dei tuoi!”.
Appena sposata mi sono ritrovata in queste discussioni pre-natalizie.
Vigilia di Natale a casa dei suoceri.
Natale a casa di mia zia con una parte di parenti.
Santo Stefano da mia madre.
E l’anno successivo tutto al contrario.
Tranne Santo Stefano che si festeggia rigorosamente da mia madre con tutti i suoi fratelli e rispettive famiglie.
È una tradizione!
Fortunatamente è arrivato il giorno in cui siamo partiti: Libia, Kuwait, Arabia Saudita. Il Natale abbiamo iniziato a trascorrerlo in giro per il mondo. Solo noi quattro!
Vi confesso che non era poi così male.
Confessate che è capitato anche a voi di discutere col vostro partner sul dove trascorrere le feste natalizie!
Quanti di voi alternano: un anno qui e l’altro là?
Io quest’anno non devo affrontare alcuna discussione. Deciderò tutto da sola! Forse.
Ecco l’aspetto positivo di vivere il Natale in solitudine, ovvero senza marito.
Anche quest’anno lui lavorerà a Natale.
Rimarrà a Riyad durante tutto il periodo delle feste natalizie.
Anche quest’anno affronterò il Natale in solitaria.
Le feste sono il momento familiare per eccellenza. Sono l’occasione per trascorrere qualche giorno tutti insieme. Per rallentare i ritmi, trascorrere un po’ di tempo con i bambini. Per rivedere quei parenti che vivono lontani.
Ecco, i parenti.
Sono cresciuta con l’affetto degli zii e mi sono divertita un sacco coi mie cugini. Tutti, sia quelli da parte di mia madre che quelli di mio padre. Ci mandiamo messaggi e telefoniamo spesso, soprattutto da quando abbiamo avuto tutti figli. Ma c’è sempre qualcuno che non vedi o senti da tempo che a Natale devi assolutamente andare a trovare.
“Ma come, non vai a trovare zia Genoveffa? Non porti i bambini a salutare la povera zia Genoveffa?! È vecchia poverina, vive sola e le piacciono così tanto i bambini!”.
Ma tu sta zia Genoveffa non la ricordi perché è una zia di decimo grado che vive dall’altra parte della provincia, nemmeno si ricorda di te e mal sopporta i bambini. Ma ci vai lo stesso a trovarla perché è Natale e ti senti in colpa. Il bello è che quando esci ti ritrovi col sorriso a raccontare ai tuoi figli di quando eri piccola…
Vivere il Natale in solitaria significa anche affrontare i parenti di tuo marito. Loro non sono interessati a te, ma vogliono vedere solo loro. I bambini. Quelle creature angeliche che “assomigliano tutto al padre” e che appena hanno mangiato una fetta di pandoro e ricevuto un regalino si alzano in piedi chiedendoti: “Quando andiamo a casa?“.
Insomma, Natale in solitudine, ovvero senza marito, può essere terribilmente noioso.
Ma vi confesso che a me non dispiace!
Mi sento libera di scegliere di trascorrerlo con chi desidero. Anche se poi non voglio deludere nessuno e quindi vado a trovare tutti.
Mi piace preparare regalini per amici e parenti. Cosa che mio marito non sopporta!
Mi piace cucinare i biscotti di Natale, quelli pieni di burro al profumo di vaniglia. Quelli che mio marito non mangia perché sono troppo dolci.
Mi piace rivedere e riabbracciare parenti e amici, miei e di mio marito.
Mi piace fare tutte quelle cose che appartengono alla tradizione del Natale, perché voglio che i miei figli vivano e si ricordino per sempre la magia del Natale!
Drusilla, Brunico
PS. Volevo precisare che zia Genoveffa non esiste veramente, ma pensateci bene perché, in fondo, tutti noi abbiamo una zia Genoveffa…